giovedì 5 luglio 2018

Tre manifesti a Ebbing, Missouri, mia recensione

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: recensione del film con Frances McDormand in concorso al Festival di Venezia 2017

Frances Mc Dormand è una madre affranta dal dolore perché sette mesi prima qualcuno ha ucciso sua figlia e non ancora ha saputo chi né il perché. Con lampo fruediano, decide di affittare tre cartelloni pubblicitari in disuso
lungo la strada principale di accesso a Ebbing per scriverci sopra tre domande dirette, in tutti i sensi, allo sceriffo Woody Harrelson, e di scaricare la sua frustrazione sulla Polizia, non si sa in quale ordine. Ne scaturiscono eventi e mutazioni di tutti i protagonisti, e i cattivi diventano quasi buoni, e questi ultimi un po' più buoni.

Ma la vendetta non è nostra, e non importa sapere se alla fine si arriverà all'assassino, perché forse il tema è proprio quello di rappresentare il superamento della tragedia e del dolore personale.

Bravi i protagonisti tra i quali, a mio avviso, Sam Rockwell ruba la scena, interessante la storia a metà tra il procedurale e la formazione.


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