Affari Sporchi, Maresciallo Maggio!


Un ristretto gruppo di politici corrotti ordisce una strategia per riguadagnare consensi; una banca periferica di antica tradizione fallisce in maniera incredibile la sua speculazione: entrambi hanno bisogno di recuperare credito e liquidità. Ma...
Cosa succederebbe se tra un complotto ordito ai massimi livelli e la sua realizzazione si frapponesse una imprevedibile casualità?



Questa volta il maresciallo Maggio dovrà darsi da fare più del solito solo per credere ai suoi occhi.
D'altra parte, si sa che qualsiasi cosa inventiamo con la nostra fantasia, la realtà saprà sempre stupirci in misura maggiore.

INCIPIT
Volevano un lavoro pulito. Così, mentre con il braccio destro gli teneva immobile il capo, con la mano sinistra spinse lo stiletto alla base della testa, recidendo alla radice il midollo spinale. Un fremito, e la paralisi arrivò immediata. Il cervello continuò a comprendere il dolore per alcuni secondi, ma non poté nulla, il corpo sordo a ogni comunicazione. L'assassino estrasse con cautela l’arma dalla ferita mortale. Con l’altra mano appoggiò il fazzoletto sotto alla lama per non farla sgocciolare. Lasciò il corpo scivolare lento a terra. Per un secondo, lo guardò con compassione. Con accuratezza gli compose le braccia e gli chiuse gli occhi, poi pulì la lama sotto la vicina cannella. Lo stiletto ritornò lucido dell’acciaio temperato con cui era stato forgiato anni prima in Svizzera. Lo ripose nel marsupio che aveva allacciato in vita. Ripose i guanti in lattice e il fazzoletto sporco di sangue in un sacchettino per congelatore. Andandosene, con attenzione superò il camion della nettezza urbana. Lo anticipò e gettò il sacchettino nel bidone degli umidi della raccolta differenziata. Proseguì verso la spiaggia, parcheggiò il mezzo nello spazio apposito e cominciò a camminare tra mille pensieri, nel freddo della mattinata. Ora doveva solo attendere. Volevano un lavoro pulito, continuava a pensare, per loro era molto importante.




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NOTA DELL’AUTORE
Spesso mi chiedono quanto abbia tratto di quello che scrivo dalla mia vita lavorativa. Potrei dire tutto o niente, allo stesso modo. Ci sono situazioni o persone che ho incontrato a causa del mio lavoro, i quali mi sono rimasti impressi e dai quali ho potuto disegnare sequenze o tratteggiare personaggi. Ma credo proprio che io li abbia incontrati perché questa è la mia sensibilità, e quell’incontro sarebbe comunque avvenuto sotto altre vesti. Probabilmente, a quel punto, il mio protagonista sarebbe stato un ragioniere, un rappresentante o un avvocato (forse anche un maresciallo o un poliziotto, chissà), anche se non posso sbilanciarmi sul fatto che avrebbe avuto gli stessi tratti. O forse non sarebbe mai nato, perché il mio percorso mi avrebbe portato ad altre forme espressive.
Per quanto riguarda le nozioni economiche e le modalità politiche, sono proprio completamente inventate. Nessuno mi ha mai raccontato come rubare milioni di Euro alla comunità. Però posso dire che, come la cronaca ci insegna, solo la fantasia pone il limite a quello che certi disonesti sono riusciti, e riescono, a fare avendo la disponibilità di un flusso incontrollato di denaro contante. Abbiamo visto prestiti miliardari erogati sulla base di fidejussioni non solo false, ma fotocopiate e corrette con il bianchetto, per tacere dei fiumi di denaro pubblico deviati senza scrupolo né vergogna.
Potrei aver suggerito un metodo in più? Chissà. Quanto qui inventato potrebbe sembrare improbabile, ingenuo, astratto o comunque incredibile o qualunque altra cosa venga in mente al lettore: fatto sta che ladrocini enormi accadono anche in questo momento, e accadono perché qualcuno trucca, falsifica, devia in maniera anche più grossolana e evidente; lo fa, riesce a farlo e c’è da crederci che non mancherà neanche in futuro. E se lo fanno, in qualche modo devono adoperarsi. La tristezza è data dal fatto che spesso ciò accade sotto gli occhi di tutti, e questo sì è per me un mistero più grande: come convenzioni e patti sociali riescano a nascondere ogni cosa dietro veli trasparenti e foglie di fico.
Credo che non occorra essere geni del crimine per delinquere, basta avere meno scrupoli della maggioranza delle persone. In qualche caso è sufficiente credere che le cose vadano in quel modo quasi per ordine naturale e quindi tanto vale farle, perché altrimenti, altri le farebbero. E se possono stupire dabbenaggine e pressapochismo, credo proprio che non siano esclusiva di politici o amministratori, essendo ben diffusi anche tra i delinquenti. Buchi clamorosi sono iniziati in maniera che definire grossolana è fargli un complimento, con la connivenza dell’intera filiera.
Fatto sta che gli scandali susseguitisi in questi ultimi anni dimostrano che, non importa come, qualcuno riesce sempre a fare quello che è vietato, sempre più vietato, ogni volta di più. E fatto sta che la ricchezza mondiale si sta concentrando, o rimane concentrata, nelle mani di pochi, nonostante i tentativi dei governi locali di impedirlo o, perlomeno, di arginarlo.
Perché tutto funzioni in questo modo, forse è una domanda troppo grande per me. Forse basta una capace casalinga per rispondere.
So, credo di sapere, che le rivoluzioni possono cambiare le cose in quanto sconvolgono gli equilibri esistenti, ma le conseguenze possono essere, oltreché inattese, incontrollate. Io credo che la via sia molto più semplice, immediata e proficua. Più o meno come Maggio, io credo che sia possibile cambiare iniziando da noi stessi: come lavandoci le mani prima dei pasti evitiamo i contagi più grossolani, così, evitando comportamenti intimamente scorretti, diamo il nostro importante contributo al miglioramento del mondo.
Per quanto riguarda i cattivi, io credo, o voglio credere, che raccolgano, come tutti prima o poi, il fio della loro opera, non appena maturo. Quel giorno potremo o meno esserci, ma non vuol dire che non sia giusto così. E non credo che esistano esimenti per chi fa del male agli altri, neanche nelle strutture totalizzanti o tendenti tali. Un sistema può servirsi di individui di minore personalità per perpetuare le sue nefandezze, ma è sempre composto di persone.

Tutti abbiamo sempre la possibilità di scegliere, c’è sempre una percentuale di autonomia che non può essere esclusa né scusata da alcun alibi.


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