Colloquio in 3D: Zipporo intervista Maggio e Zampa!


("Zipporo" è il mio nick preferito e se ve ne vi raccontassi l'origine... ma questa è un'altra storia!)

(Zipporo) Tutti i miei lettori conoscono il Maresciallo Maggio. Ai meno aggiornati, ricordiamo che il personaggio è comparso da poco nel romanzo giallo “Doppio omicidio per il Maresciallo Maggio”. Nella scorsa estate, con il racconto “Destinatario sconosciuto”, esordiva nientedimeno che nel Giallo Mondadori. A novembre 2012 veniva ripubblicato nella rivista “Il carabiniere”; a febbraio di quest’anno, insieme ad altri due racconti precedenti (“Una brutta faccenda” e “Il telefono galeotto”), nella raccolta “C’è sempre un motivo, Maresciallo Maggio!”.

Ma la notizia è che oggi nel mio blog ho due ospiti d’eccezione, il Maresciallo Franco Maggio e il suo autore, lo scrittore indie, Francesco Zampa.

Zipporo: Salve ragazzi, si fa per dire. Vogliamo cominciare a spiegare al pubblico chi siete?

Zampa: Buongiorno a te e grazie di avermi invitato. È difficile descriversi da soli; credo di essere una persona abbastanza tranquilla, un po’ pigra. Mi piace la vita familiare.

Maggio: Buongiorno. Io sono un tipo un po’ solitario ma non misantropo; preferisco solo che male accompagnato. Forse piacerebbe anche a me la vita familiare; per il momento sto bene così.

Zipporo: Come vi siete incontrati?

Zampa: Sarebbe troppo lungo se partissi dal principio. Diciamo che ho sempre cercato di esprimermi e spesso mi sono sentito impossibilitato a farlo. Non riuscivo a trovarne il modo. È vero che in realtà ci esprimiamo in qualunque cosa facciamo, ma avevo bisogno proprio di farlo materialmente. Mi è sempre piaciuto scrivere, ho sempre letto molto ma non mi ero mai applicato con metodo. Poi ho visto quel bando di concorso; chiedevano un racconto con delle caratteristiche, e in un attimo ho deciso di partecipare, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Dovevi inventare un personaggio e una storia, c’è voluto pochissimo. Dopo ho capito che ce l’avevo già, era solo una questione di convinzione, di abbandonare i pregiudizi e credere nella propria vocazione prima che nei propri mezzi. Così è nato Maggio.

Maggio: Credo che fossi stato da qualche parte nella sua fantasia, o che fossi una parte di lui. Sicuramente è così, ma è una parte artefatta, dove ci sono sue caratteristiche e suoi desideri non realizzati. Il tutto poi si è fuso creando qualcosa che è più della somma dei singoli componenti.

Zipporo: Perché Maggio? Da dove viene il nome? Il pubblico si è accorto che ha dovuto aspettare il romanzo per conoscere il nome di battesimo.

Zampa: Ero molto giovane, avevo ventidue anni. Mi dettero un foglietto con la destinazione appena poche ore prima. Venivo da una storia travagliata con una ragazza e non volevo saperne più nulla. Rimasi un giorno a casa, poi feci la valigia e partii, pieno di dubbi e rimpianti. Arrivai a Viserba nel cuore della notte e dormii nella poltrona in cucina. La mattina successiva, l’impatto fu indimenticabile. Il sole rendeva i colori vivi e scaldava l’aria; le giornate lunghe, i visi sorridenti delle persone sul lungomare mi accolsero alla mia nuova vita. Era maggio. Come meglio sintetizzare quelle sensazioni? Il nome, Franco, è venuto un po’ dopo, è vero: non sapevo come chiamarlo e ho aspettato. Secondo i cabalisti, nel nome c’è il significato della persona e forse non è affatto casuale.

Maggio: Ecco, così l’ho saputo anch’io.

Zipporo: Quanto vi somigliate?

Zampa: Prima di tutto io sono sposato con figli; poi non fumo, per esempio. Fumavo, ma non sono mai andato oltre le quattro-cinque sigarette al giorno. Per anni ne ho fumata una al giorno, dopo cena. Lui è più giovane, ha almeno sei anni meno di me. Per me abitare in comunità come fa lui è una cosa teorica, sto bene a casa mia con i miei. Poi io sono maratoneta, lui corricchia.

Maggio: (ride) uno che fuma una sigaretta al giorno non è un fumatore. Io non arrivo mai ai due pacchetti, e non più di cinque, spesso per necessità. Sono parco, non ho molte esigenze e la vita in caserma mi piace. La comunità sostituisce la famiglia che non ho. Ho lo stesso i miei rapporti umani e personali. E non corricchio, perché faccio tutti i giorni, o quasi, un’oretta verso il porto ma preferibilmente verso Igea.

Zipporo: Molti si chiedono chi sia quella ragazza con la Mini. Ragazza o signora? E di chi è in realtà?

Zampa: chiaramente viene da me, ma è un prodotto di fantasia, per forza. È una ragazza ma non ha più vent’anni. Non è che Maggio si incanti dietro alle ragazzine. È sola, autonoma, ma fragile. Non regge i legami. È quella persona che sfuggendo ai desideri di ciascuno di noi ci ha fatto perdere la testa una volta nella vita.

Maggio: Beh, io non ho perso la testa. Mi ero innamorato, credo, ma sono molto pratico, ho rispetto di me stesso. Lei non mi ha voluto, punto. Sono troppo orgoglioso per andarle ancora dietro. Poi non è solo orgoglio, ma anche autostima. No, va bene così. Questo non vuol dire che la cosa non mi faccia soffrire.

Zipporo: Ma nel romanzo in uscita, “Gioco Pericoloso”, sembra che le cose siano diverse, almeno secondo le indiscrezioni, o no?

Zampa: Non posso fare anticipazioni approfondite sulla trama, è presto, il libro è attualmente in revisione. Però posso dire che mi piace sondare il lato umano del personaggio, non mi piace banalizzarlo.

Maggio: Diciamo che, finalmente, sono riuscito a risolvere questa storia. Basta lasciarsi andare e ciò che è buono viene fuori da sé. Qualche volta è più difficile non ostacolarsi che il contrario.

Zipporo: Cosa possiamo sapere oltre a questi accenni? Le voci in rete parlano di una vittima eccellente.

Zampa: Questa volta Maggio la storia inizia con il malaffare nel mondo del calcio. Sono restio a dare troppe anticipazioni. Ricorrono temi a me cari come l’ipocrisia, i grossi interessi che si muovono in barba a ogni principio, le difficoltà che i più deboli incontrano per difendersi da un sistema come questo.

Maggio: È stata un’indagine impegnativa, questo lo posso dire, no? So che esistono prepotenti e che spesso, almeno apparentemente, la fanno franca. Io posso solo fare quello che è nelle mie possibilità, non permettere loro di agire con la mia complicità. Poi tutti sbagliamo, io cerco di rimanere con la coscienza pulita. E poi credo che ognuno riabbia quello che semina, e non è detto che sia la galera.

Zipporo: Nel romanzo d’esordio, “Doppio Omicidio per il Maresciallo Maggio”, a un certo punto sembra che la bella Kate ti interessi (mi rivolgo a Maggio). Un pensierino ce l’hai fatto, no?

Zampa: (fa finta di tossire ma sogghigna) Io gli ho dato qualche consiglio, ma ha voluto fare di testa sua. E si che ero bene informato...

Maggio: Kate è una ragazza molto bella. Ne conosco diverse così ma non vuol dire che possiamo stare insieme. Non è semplice convivere, ci vuole unità d’intenti e io sto bene con i mei spazi. E poi lei era qui per un motivo preciso, l’avete letto il libro, no? Non si sarebbe mai fermata.

Zipporo: L’hai più sentita?

Zampa: No. Ma non è detto che, in futuro...

Maggio: Ovviamente no. Il futuro? Non so. Lei sa dove trovarmi. Ma siamo distanti. Un conto uno sguardo in un attimo, un conto rimanere insieme.

Zipporo: Un attimo non è sufficiente per capire chi hai davanti?

Zampa: qualche volta sì, non sempre. Con mia moglie spesso basta uno sguardo, ma non abbiamo la controprova. Non sappiamo come sarebbe andata, e non si può dire. Bisogna vedere qui e ora, il resto lo scriviamo sui romanzi.

Maggio: Per me sì. In un momento si può capire. Poi non è detto che la cosa vada a buon fine, questo è un altro discorso. Però da subito, se ci ascoltiamo, il nostro istinto ci dice tutto. Sta a noi ascoltare questa voce, non sempre lo facciamo. Io cerco di non avere pregiudizi, e veramente non è affatto facile.

Zipporo: vediamo subito. Matrimoni gay?

Zampa: Sì. Ho solo qualche perplessità sulle adozioni. Però bisognerebbe solo chiedersi se due persone dello stesso sesso sarebbero in grado di accudire, far crescere etc. un bambino abbandonato quanto due di sesso diverso. La vera domanda dovrebbe essere solo questa, senza paraventi ideologici o retaggi troppo condizionanti.

Maggio: perché no?

Zipporo: Missioni all’estero? Tav o No-Tav?

Zampa: finché abbiamo gli alleati che abbiamo, non ci possiamo sottrarre. Non è che possono essere alleati solo quando fa comodo a noi. Alla Tav sono favorevole in linea di massima; in Val di Susa non so se sia così necessaria, non ho capito bene.

Maggio: io preferisco rimanere qui a Viserba, almeno per ora. Il mio lavoro qui è quello che assomiglia più a come mi sento portato a farlo. Non mi ci vedo a Kabul o da altre parti a fare foto con i bambini in braccio.

Zipporo: Torniamo al “Doppio Omicidio”. La protagonista si chiama Kate, tua moglie, mi riferisco ovviamente a Zampa, si chiama Catia. Non sarà un caso?

Zampa: La dedica all’inizio del libro non è un caso, è ovvio. Poi, creando i personaggi durante la prima stesura, i nomi servono praticamente al volo. C’è chi apre l’elenco telefonico a caso, e può essere un metodo. Io, anche per quanto ho detto sopra, cerco di sintetizzare la persona nel nome. Comunque, nelle fiction americane, i personaggi chiave o comunque positivi, spessissimo si chiamano Kathy, Kate o Kathryn. Avevo buoni motivi per ripercorrere questo solco.

Maggio: È la prima “Catia” che ho conosciuto e al nome ho fatto poco caso. È molto carina, biondina longilinea ma non magra. La sorella era più magra.

Zipporo: Quindi vi rifate veramente agli autori di grosso calibro!

Zampa: Credo che un modello sia necessario, poi più si legge più si impara. Personalmente sono affascinato da John Grisham e Frederick Forsyth per la capacità di articolare le trame e costruire moventi e personaggi; mi piace la prosa immediata e efficace di Melville e Manzoni. Lo dico con tutto il rispetto e la deferenza possibili! Ma un’ispirazione è solo un ingrediente, il resto va costruito con pazienza e attenzione, e poi bisogna mettere quella cosa particolare che rende il tuo lavoro unico. Non ho detto “il più letto”, ma “unico”: una cosa che ognuno di noi può mostrare è la sua peculiarità.

Maggio: Personalmente non mi rifaccio a nessuno. Io sono me stesso. Cerco di avere rispetto degli altri e so che posso trovare del buono in tutti, compresi i delinquenti che incontro ogni giorno. Alla stessa maniera posso trovare del male in chiunque, compresi i miei colleghi come per dire in chi non ti aspetti. La vita decide per noi e ci fa trovare da una parte piuttosto che dall’altra ma si può sempre scegliere.

Zipporo: per il momento non ho altre domande. Se i lettori vorranno intervenire, ve lo faremo sapere. Nel frattempo vi ringraziamo entrambi e vi auguriamo un buon lavoro!

Zampa: Grazie a voi per avermi permesso di parlare del mio lavoro.

Maggio: Grazie e ci vediamo a Viserba (si rivolge a Zampa); ti aspetto fuori, vado a fumare.

1 commento:

Rita Carla Francesca Monticelli ha detto...

Hahaha... è bellissima! :D