IL CONFINECONTESO
A referendum ultimato, l’Italia è
una Repubblica ma, con Benito Mussolini in attesa di giudizio, la questione di
Trieste infiamma. Monarchici e repubblicani temono di fare la mossa sbagliata,
favorendo così l’ultimo colpo di coda del fascismo.
Al volgere del 1946, in attesa
del giudizio della Corte Internazionale a Benito Mussolini, l’appena nata
Repubblica Italiana soffre il sanguinario irredentismo bilaterale al confine
con la Jugoslavia. Quando il giovane carabiniere Spizzichino viene trovato
ucciso sull’avamposto nelle Alpi Giulie dove era appena stato trasferito con la
gravissima accusa di tradimento, tutti si sentono responsabili. È stata una
rappresaglia dei partigiani rossi, sentenziano le autorità locali, e l’indagine
è già archiviata.
Ma a Viserba, il maresciallo
Marzo affonda nel senso di colpa e per sapere chi l’ha ammazzato dovrà
penetrare gli infidi miasmi della guerriglia sul confine conteso.
Un giallo costruito sullo sfondo
dell’aspra e impari lotta che l’Italia battuta combatté a Parigi con gli
Alleati, e di quella ancor più spietata tra le diverse fazioni sul confine
istriano, per mantenere il fazzoletto di terra più conteso del mondo.
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