Il Maresciallo Franco Maggio, genesi di un personaggio

Quando, più o meno dieci anni fa, decisi di proporre alcuni miei racconti per un concorso tematico organizzato da Mondadori, non immaginavo neanche cosa stavo per iniziare. Galeotto fu un editor tuttora sconosciuto che trasformò la mia parrucchiera comprimaria in un parrucchiere (!), senza dirmi nulla, la qual cosa mi seccò molto: non perché io sia una grande scrittore
le cui opere non possano essere toccate, ma perché quell'(apparentemente) innocuo cambio di genere aveva stravolto completamente l'atmosfera della storia, dove la censurata confidenza tra il protagonista (Maggio) e la ragazza testimoniava un modo di essere accoglienti tipicamente romagnolo. E siccome tutte le storie sono ambientate a Viserba, cambiare quello ha fatto diventare la storia un'altra cosa.


Avevo qualcosa da dire, questo sì, e volevo dirlo da un bel po', ma non trovavo un mezzo adatto. Quale mezzo è più adatto per esprimersi che scrivere, una cosa che mi è sempre piaciuta quanto leggere? In qualche modo alla fine ci sono arrivato e, in estrema sintesi, posso dire che si è trattato... solo di prendere fiducia in me stesso. Esatto, tutto qui, non vi annoierò ulteriormente con le mie motivazioni.
Il berretto (non cappello!) da... Maresciallo Maggio
Il maresciallo Maggio è nato così, in pochi minuti, in modo spontaneo, senza nessuno studio o sondaggio preliminare. Debutta seduto davanti alla scrivania mentre il telefono squilla proprio all'ora di chiusura della caserma: pronto per andarsene ma seduto, perché sapeva che quello squillo sarebbe arrivato. Seccato, risponde perché sa che non può farne a meno: perché è lì apposta, perché è la sua funzione, perché, se facesse finta di niente, tradirebbe ciò che lo trattiene.
Già questo dice molto di chi è e di chi non è: non se ne frega, non lascia andare e, scopriremo più avanti, fa così perché non saprebbe lavorare senza avere una motivazione come questa. Un po' come me, che non saprei scrivere neanche un pensierino se, al di là della trama e dei personaggi, non avessi l'idea principale a sorreggere la storia.

I collaudati alamari di Maggio
Ma non è elegia o propaganda: la sua motivazione è essenziale perché non potrebbe resistere ai paradossi, alle ingiustizie, alle contraddizioni della Legge ai quali assiste di continuo. Non potrebbe resistere nel continuare a fare quel lavoro, intendo, costretto a trovare un altro modo per vivere dove magari motivazioni così profonde non sarebbero necessarie. Ecco perché si inventa un ruolo diverso: disponibile, empatico, appunto, quasi un alibi per giustificare a se stesso la sua presenza in quei ranghi che molto spesso sente troppo stretti. Con tanta premessa, l'impegno è per forza grande. Significa, per esempio, rinunciare al pregiudizio da qualunque parte provenga e impegnarsi in ogni caso come se fosse il più importante del mondo.
E così, si comincia con la strana sparizione del cellulare di una bella signora fedifraga: l'avranno rubato? Così sembra. Si prosegue con droga, corruzione e omicidi fino ai grandi complotti politici e finanziari e l'immancabile femminicidio. Nulla è risparmiato al caro Maggio, che si adopera senza risparmiarsi e non sempre arriva alla conclusione.
La vecchia Stazione di Viserba, location ideale e immaginaria delle mie storie
Perché? Perché la vita è ingiusta, almeno secondo i nostri canoni, e non concede riparazioni a nostra richiesta ma secondo disegni imperscrutabili. Maggio lo sa, l'ha capito e, anche quando non riesce a trovare il colpevole intuisce comunque che qualcosa da qualche altra parte è già successa, o sta per succedere, e che ognuno avrà il suo anche se probabilmente lui non sarà lì ad assistere. O perlomeno, ci spera. Maggio conosce le limitazioni degli uomini, anche perché conosce abbastanza bene le sue, e sa di essere arrivato dov'è più per questo che per meriti particolari perché, se ha un merito, è quello di aver tentato sempre di essere se stesso.
Nonostante i sette episodi finora pubblicati facciano pensare a una serialità affermata, il personaggio non è immune da evoluzione e non mi riferisco alla inevitabile maturazione dell'autore ma al cambiamento intimo che lo porta a presentarsi in un modo e, mutando di storia in storia, a raggiungere una sempre maggiore consapevolezza, fino a rimettersi completamente in discussione. Schivo e riflessivo, con un passato recente del quale si sta a fatica liberando, non poteva essere il maresciallo troppo spesso proposto da tanta letteratura e, soprattutto, fiction televisiva e cinematografica: guascone, simpaticone ma non troppo intelligente, con un po' di pancia e abituato ad aiutare vecchiette e ad affrontare malavitosi ghignanti ai quali manca solo la mascherina per assomigliare in tutto ai fratelli Bassotti di topoliniana memoria.
Io volevo creare un personaggio adulto che non sfigurasse tra tanti suoi colleghi di carta e di celluloide soprattutto stranieri, dove la figura del maresciallo, nonostante formidabili ed esclusive potenzialità, è pressoché sconosciuta anche, e per fortuna direi, nei canoni nostrani. La cosa non mi stupisce: come fa un protagonista intriso nel buonismo a competere con quelli maledetti, inguaiati fino al collo e che non mollano mai, che tanto piacciono alla grande platea internazionale?

Raccontare una storia
Credo che le mie qualità di narratore siano secondarie rispetto a questa intenzione e comunque, nel frattempo, il pubblico si sta già espirmendo. Per esempio, Miss Scarlett da Montreal ha detto che "la storia l'ha trasportata a Rimini, indimenticabile Viserba", mentre un certo Shortfastgood ha rimarcato l'autenticità di Maggio. Non lo dico per vantarmi di belle recensioni (ne ho avute di meno belle, non si può piacere a tutti ma ciò che veramente conta è che siano autentiche) ma solo perché, se perfetti sconosciuti hanno scelto il mio libro tra tanti e lo hanno apprezzato, vuol dire che qualsiasi cosa avessi voluto dire con le mie storie, sono riuscito a comunicarlo.

Questo mi riporta per un momento all'autopubblicazione: senza la possibilità di produrmi da solo la cosa non sarebbe stata possibile. Ero sì determinato a pubblicare in ogni modo i miei scritti, quindi un selfpublisher ante-litteram, ma non avrei potuto mai pensare di attuare una distribuzione così capillare, in tutto il mondo, intendo, per di più di copie cartacee e digitali.
L'autopubblicazione o autoproduzione, come la chiamo io in un modo che reputo più adatto e ben più esauriente, è stata una grandissima opportunità perché mi ha permesso di pubblicare tutte le mie storie, scegliendo quello che oggi è un vero e proprio staff di persone di mia fiducia le quali non per questo mi risparmiano critiche ma sono realmente vòlte a realizzare insieme un buon libro.

Qualche curiosità: qualcuno mi chiede come è nato il nome. Scartata l'idea di ricorrere alla casualità dell'elenco telefonico o di esordire con un "Maggio sono" o "Mi chiamo Maggio, Franco Maggio" (anche se mi sono concesso una citazione montalbanesca in Gioco Pericoloso), sempre in quei minuti iniziali sopra citati, mi venne in mente quel colpo d'occhio fantastico del mio arrivo a Viserba, qualche anno fa... la Riviera tornava alla vita dopo il letargo invernale, il sole cordiale scaldava i visi e gli animi mentre una brezza gentile impediva di sentire caldo. Belle ragazze sorridevano e una nuova stagione era alle porte dopo un periodo, per me tumultuoso. Era maggio, una nuova vita era già iniziata. Maggio, quale viatico migliore per un personaggio appena nato? Per i comprimari, invece, mi limito a pensare a persone o situazioni che ho conosciuto, e invento nomi che lì per lì mi sembrano anche improbabili ma poi mi ci affeziono e rimangono così. Cerco di evitare l'idraulico Tubi, anche se l'Eroe annota le gesta del politico Cosino Viscidi... Per il resto, targhe, numeri di telefono sono fittizi anche se mi piace giocare con le date di nascita mie e dei miei figli o con altre cifre a me familiari: c'è una targa della mia prima compianta Multipla, distrutta in incidente stradale dal quale sono uscito illeso per miracolo.

Questo è ciò che più spesso mi sento chiedere: ma se avete altre curiosità, potete contattarmi qui sotto o alla mia pagina Facebook Doppio Omicidio per il Maresciallo Maggio: sarò lieto di rispondervi!





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