Maresciallo Giovanni Marzo (episodio II)
Nonostante l'esito chiaro del referendum, a metà giugno del 1946, l'Italia non è ancora una Repubblica e sull'orlo di una guerra civile. Con Benito Mussolini prigioniero degli Alleati nel carcere militare di Peschiera del Garda e il Re insofferente allo spoglio, i vincitori in pectore temono di perdere il vantaggio sancito. Il maresciallo Giovanni Marzo non è ancora guarito dalle ferite e non può tornare con Claudia per non esporla di nuovo a pericoli mortali. Quando il custode del cimitero trova altri due corpi trucidati davanti alla porta dell'obitorio, uno dei quali è del suo vecchio aguzzino, Marzo pensa che si tratti della feroce epurazione post-bellica. Ma non crede ai suoi occhi nel vedere l'altro, e inizia frastornato l'indagine attraverso i percorsi ancora sotterranei e sanguinosi dei resistenti, per i quali l'assassinio è solo il particolare necessario per un incredibile disegno.
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