Con questo post proseguo volentieri l’iniziativa lanciata
dalla volenterosa Rita Carla Francesca Monticelli, autrice
poliedrica e instancabile, almeno qui sulla Terra.
Ciascuno degli autori indipendenti partecipanti ha posto
una domanda agli altri colleghi e riporterà le loro risposte nel suo blog.
In questo modo voi lettori avrete la possibilità di
conoscere alcuni aspetti inconsueti dei loro libri e magari trovare tra
questi la vostra prossima lettura.
Siete curiosi? Buona lettura!
Oggi tocca a me, e ho deciso di chiedere ai miei colleghi
(ah! Come mi piacerebbe rispondere!) come hanno fatto a rendere unica la storia che hanno raccontato, a metterci, oltre agli ingredienti necessari, quel pizzico di personalità che gli fa cambiare inconfondibilmente sapore. Qualcuno me le ha promesse, ma tutti hanno raccolto il guanto!
(ah! Come mi piacerebbe rispondere!) come hanno fatto a rendere unica la storia che hanno raccontato, a metterci, oltre agli ingredienti necessari, quel pizzico di personalità che gli fa cambiare inconfondibilmente sapore. Qualcuno me le ha promesse, ma tutti hanno raccolto il guanto!
Altri si sono ritirati all'ultimo momento, e a loro rivolgo il caldo invito a tornare nel mio Late
Wednesday quando lo vorranno!
Quale aspetto della tua storia ritieni sia particolare
rispetto agli altri libri dello stesso genere?
Sentite come hanno risposto:
Si parla di Napoli dipingendola in modo reale. Nei libri che ho letto si è
spesso menzionato questa città, ma le viene assegnata un’impronta abbastanza
stereotipata, la si tratta solo come una bella città preferendo un ritratto
poetico a un ritratto reale. Chiaramente non in assoluto, ci sono alcuni autori
che dicono la propria, ma non è il caso di fare un elenco dettagliato. Io unisco la poesia con la realtà. Il protagonista vive la
sua adolescenza in modo irrequieto, vivrà dei begli episodi, ma ci saranno
scene tremende e, alla fine, la città lo obbligherà a scappare. E, sempre
parlando di città traumatiche, c’è anche Milano, dove Andrea sarà un ragazzo di
venticinque anni un po’ intrappolato in una metropoli che non ama troppo.
Indubbiamente l’aspetto umano è il messaggio che ho voluto
trasmettere tra le righe. Remondino, il frate protagonista de “Il Peccatore (Il
discepolo ombra)” farà di tutto per diffondere la verità compromettente che ha
appena scoperto perché dentro di sé sa che quello è un messaggio d’amore, di
speranza, che può aprire le menti e dissipare fobie, sospetti e convinzioni
radicate. Pur essendo un thriller incentrato sull’azione e la suspense, ho
voluto mettere in risalto anche il lato umano della storia, per suscitare
riflessioni che sfondino le pagine e arrivino dritte al cuore del lettore.
Caro Francesco Zampa. Intanto vorrei dirti che con questa
domanda hai impegnato il mio pomeriggio stanco e assolato più del previsto. Ho
dovuto pensarci e ripensarci per trovare la risposta giusta. Allora...
Cosa è particolare della mia storia rispetto ad altre dello
stesso genere?
Come ho già avuto occasione di dire, Nora Cooper, la
protagonista dei miei libri, grazie alle lettere del gioco dello Scarabeo, ha
il prezioso dono di comunicare con l'aldilà. Il caso non esiste, dice lei.
Tutto - prima o poi - rivela un senso nascosto, aggiungo io.
Così, ai lettori direi: se pensate che la vita non sia solo
quello che vediamo, se credete ai segni e ai sogni, e vi interrogate su un
prima e su un dopo, beh... forse proverete simpatia per Nora Cooper ed è questo
che di particolare troverete nei miei libri. Insieme a un mistero da risolvere,
qualche morto qua e là e un po' di suspense.
Per gli amanti del genere, ciò che rende il mio racconto
unico rispetto ad altri è il fatto che, leggendolo tutto d'un fiato, il lettore
riesce ad immedesimarsi nella storia e vivere le scene adrenaliniche e pulp di
un film d'azione, in cui può cogliere riferimenti e camei cinematografici.
Le storie che coniugano fantascienza, avventura e azione
sono spesso caratterizzate da elementi tipici. C’è un protagonista, magari con
qualche difetto, che però diventa un eroe. C’è il cattivo da combattere. Alla
fine il bene prevale sul male e l’eroe riscatta i suoi difetti. Nel mio romanzo
c’è un’antieroina che non è proprio una brava persona e che non aspira a
riscattarsi, né lo farà. Non si capisce bene chi è il cattivo e, dopo averlo
capito, ci si accorge che la sua cattiveria è solo relativa al punto di vista
da cui la si guarda. Il bene e il male diventano qualcosa di soggettivo e di
fatto tutto è rovesciato, portando il lettore a tifare per un personaggio
perché anche lui al suo posto penserebbe solo a salvare la propria pelle e
quella di chi ama. E chi se ne frega di salvare il mondo!
Il genere del mio libro è il romanzo storico sebbene sia
contenuto, come in una sorta di gioco delle scatole cinesi, in una macrostoria
thriller. La particolarità rispetto a romanzi omologhi risiede nell'elemento
fantastico che fa da anello di congiunzione tra passato e presente: l'oggetto
cosciente che costituisce l'io narrante delle vicende e ne risulta protagonista
in tutti i piani temporali. Il taglio dato al romanzo consente una
immedesimazione negli eventi storici attraverso i sentimenti dei personaggi e
al contempo un distacco super partes che permette di riflettere sugli
avvenimenti stessi. L'inserimento di un “estraneo” con la sua ricerca
dell'elemento divino nella storia umana conferisce una visione immersiva benché
critica della Storia, la quale troppo spesso viene letta solo con gli occhi del
presente.
“Sine Die” è un libro particolarissimo. Tutto lo scritto si
basa sul colpo di scena finale, come tutti i miei libri. Un colpo di scena
anticipato, poche righe prima nello stesso capitolo, da un cambio di... Beh non
posso dire altro. Penso che nell’ambito della fantascienza non esista un finale
del genere. O, almeno, io non l’ho mai letto. Vi invito a commentare qui sotto
per smentirmi!
"Il tocco degli Spiriti Antichi", primo volume
della saga "oltre i confini", è un
racconto fortemente autobiografico travestito da romanzo fantasy. Ci sono molti
elementi tipici di questo genere: avventura, battaglie, scoperte, ma quello che
lo rende certamente unico, è che in realtà si tratta di un'allegoria che
racconta il mio percorso esoterico. Una delle cose che mi ha dato più
soddisfazione, è proprio vedere che molti praticanti riescono a comprenderlo e
riconoscono le loro emozioni in quelle dei miei personaggi!
La prossima puntata di “Domande in cerca d’autore”, insciallah, sarà ospitata nel blog di Giulia Beyman, madre di Nora Cooper, l’agente immobiliare con
il sesto senso.
Vuoi rileggere le
risposte alla prima domanda? Qual è, secondo te, il personaggio
più originale del tuo libro, quello che in qualche modo lo impreziosisce?
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