venerdì 3 gennaio 2014

"La Prima Linea", uno spaccato molto interessante

È bello il tentativo della nuova cinematografia italiana di toccare argomenti scottanti della storia recente. Mi riferisco alla "Cronaca di una strage", il primo che mi viene in mente,
e poi a questo "La Prima Linea".
Dal punto di vista del soggetto, direi che il regista riesce a rendere quel drammatico e sanguinoso tratto di storia di Prima Linea con una ricostruzione accurata anche nella scenografia. Tocca ai protagonisti rispondere direttamente al pubblico sugli interrogativi che tutti prima o poi ci siamo posti: perché la lotta armata, perché quella determinazione. Direi che lo fanno in maniera convincente (anche se non conosco le reali posizioni degli adepti).
Ciò che mi ha meno convinto è un certo tipo di recitazione, credo volutamente impostata, che vuole la maggior parte dei dialoghi sussurrati o sospirati al limite della comprensibilità; e la mimica un tantino esagerata. È vero che si parlava sempre di bombe, azioni e stragi, ma non è che sguardi sempre incazzati fanno un film drammatico, così come mi è sembrata surreale la scena dell'evasione (che io ricordo dalle cronache dell'epoca) in cui la banda al completo si allontana con un piglio tipico dei Vendicatori più che di un film di denuncia o di indagine sociale che dir si voglia.
A parte queste, che sono mie personali interpretazioni, si tratta sicuramente di un ottimo film, soprattutto nel dimostrare che anche qui in Italia si può uscire con merito e successo dal tema degli incassi e dei cinepattoni.



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