lunedì 1 febbraio 2016

Barriera Invisibile, mia recensione


Philip Schuyler Green, un affermato giornalista americano, riceve l'incarico di scrivere un articolo sull'antisemitismo. Decide di fingersi ebreo e girare come tale per la Nazione per dare maggiore credibilità al suo lavoro.  Il suo miglior amico,
 David Goldman (John Garfield), ebreo e decorato di guerra, lo mette subito in guardia perché sa che andrà a toccare un'amara verità.


Così sarà, e Phil scoprirà la diffidenza e l'inganno dell'antisemitismo camuffato in insospettabili situazioni e  perfino nelle persone a lui care.


Con quel bianco e nero delicato e le movenze eleganti di Gregory Peck e John Garfield, il film può sembrare fuori moda o perlomeno superato. Niente di più sbagliato: la storia è quanto mai attuale e anche il fatto di proporre temi scottanti con linguaggio di altri tempi non deve ingannare. Nonostante la produzione abbia addomesticato le intenzioni del pluripremiato regista, Elia Kazan, il tema della discriminazione razziale è affrontato senza mezze misure e con una ricercata introspezione psicologica. Non si assiste infatti a deportazioni né a persecuzioni, ma all'atteggiamento strisciante e subdolo del rifiutare il diverso, o non uguale, per la quasi inconsapevole convenzione sociale, quindi priva anche di un preteso fondamento, nella quale inevitabilmente cade chi, anche oggi, in tempi supposti moderni, afferma esordendo: "Io non sono razzista, però...", inevitabilmente aggiungendo lo, appunto, strisciante motivo.
La versione in DVD contiene anche parti in lingua originale inspiegabilmente tagliate all'epoca, che danno maggiore profondità alla trama.
Sicuramnete un film da vedere.


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