Carla Gravina e Ugo Pagliai |
Ero poco più che seienne quando la Rai mandò in onda, sul Canale Nazionale, lo sceneggiato "Il segno del comando". Ricordo che rimasi impressionato a lungo dalle atmosfere macabre e dagli sguardi intensi dei protagonisti, accentuate dal bianco e nero molto marcato, tanto che
ancora me lo ricordo. Purtroppo, però, oltre la suggestione, non avevo capito un granché della trama e mi era rimasto sempre il desiderio di poterlo rivedere con calma e consapevolezza.
ancora me lo ricordo. Purtroppo, però, oltre la suggestione, non avevo capito un granché della trama e mi era rimasto sempre il desiderio di poterlo rivedere con calma e consapevolezza.
Poi ho scoperto che il mio televisore non solo aveva televideo, nonostante il commesso, all'epoca dell'acquisto me l'avesse negato, ma poteva anche navigare su internet collegandolo con un semplice cavetto al modem. Da qui, con stupefacente facilità, ho avuto accesso agli sconfinati archivi dell'ente nazionale tramite Rai Play, semplicemente pigiando il tasto blu del telecomando.
"Il segno del comando" è orgogliosamente annoverato tra "I favolosi", la sottopagina con il meglio del meglio, e così, in pochi giorni, ho potuto colmare la lacuna.
Edward Forster, affermato studioso inglese di Byron, si reca a Roma in occasione di una conferenza su quell'autore, invitato da un circolo culturale e da un misterioso pittore, Marco Tagliaferri. Nel cercarlo, conoscerà la misteriosa Lucia e scoprirà che il pittore è morto da quasi un secolo, trovandosi poi coinvolto in una seduta spiritica e in una allucinata cena in una trattoria trasteverina inesistente. Tra morti veri e presunti, tutto, o quasi, sarà risolto la sera della prevista conferenza, nell'ultima puntata o, come si direbbe oggi, nel finale di stagione.
Si tratta senz'altro di una produzione eccellente: le atmosfere misteriose, il bianco e nero artigianale e sofisticato dell'epoca, non sostenuto da tecniche digitali, i personaggi caratteristici, gli interpreti sempre all'altezza, rendono la storia, già molto caratteristica, avvincente e godibile anche oggi.
È bello e suggestivo osservare le vie, le piazze e i palazzi romani com'erano e riconoscere come sono, spesso troppo diversi nelle loro sontuose ristrutturazioni.
Una apertura gratuita, questa di Rai Play, che aumenta la statura di grande azienda e rende un servizio autenticamente pubblico, in un'epoca in cui tutto è solo in vendita e vorrebbe lo stesso essere passato troppo spesso per servizio.
Qui di seguito, il reportage del mio amico Marco Michi che ha condotto un'eccellente operazione di archeologia televisiva.
Ingresso locanda dell'Angelo in Trastevere |
Qui di seguito, il reportage del mio amico Marco Michi che ha condotto un'eccellente operazione di archeologia televisiva.
I famosi archi dell' inseguimento di Lucia |
Il palazzo della seduta spiritica e anche quello nel quale Lucia scende le scale col candelabro |
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Casa di Sir Percy O. Delany |
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