Emad è un insegnante e vive a Teheran con la moglie Rana. Recitano in una compagnia teatrale e stanno preparando "In morte di un commesso viaggiatore". Quando la loro abitazione diviene pericolante, si adattano in un appartamento di un amico comune, il quale gli tace però il fatto che
l'inquilina precedente era una prostituta.
Un giorno Rana è a casa. Qualcuno suona. Pensando che sia Emad, lei apre. Si tratta invece di un cliente della ragazza.
Quando Emad torna, trova Rana ferita e scioccata. Da quel giorno, la vita di entrambi cambia.
Rana non riesce a dare una versione convincente dell'accaduto ed Emad ne è talmente tormentato da iniziare a indagare per conto suo per rintracciare lo sconosciuto cliente finché il loro rapporto si incrina.
A parte l'evidente riferimento ad Arthur Miller, mi sembra che il tema della pellicola sia la vendetta, tanto che, se si può indicare un momento di rottura tra i due, è quando Rana riconosce e rimprovera il marito per questo desiderio di fronte all'inerme cliente.
Uno spaccato della nuova società iraniana, dove due attori giovani e progressisti possono mettere in scena una colonna fondante della cultura del diavolo americano, ma dove, al tempo stesso, il terrorizzante precetto biblico e un prepotente senso di supremazia sulla donna sono tutt'altro che sopiti.
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