giovedì 16 gennaio 2014

JoylandJoyland by Stephen King
My rating: 5 of 5 stars

La storia si dipana senza scosse fino al finale, e qualcuno potrebbe pensare che sia un po' noiosa o meno avvincente. Non è così. Il Re è sempre il Re, e
riesce, coma al solito, a gestire sapientemente tutti gli ingredienti della narrazione e del sovra-thriller.
Siamo in un paesino in provincia in riva all'oceano nella Carolina del Nord. E già qui tutto è intriso di confidenza con posti, consuetudini e oggetti dell'epoca (siamo nel 1973). Poi c'è la nostalgia velata, accentuata dall'io narrante che ricorda la sua estate di quarant'anni prima, la sua iniziazione al sesso, all'amore, alla delusione: alla vita.
Infine, c'è la spolverata su tutto del sovrannaturale, come il condimento finale che uno chef, con abile ampio movimento di braccio e mano, polverizza sopra il suo piatto pronto, un condimento che rimane dappertutto senza essere da nessuna parte in particolare: c'è, si sente anche se non si vede.
La prosa è semplice, immediata, coinvolgente e nessun particolare è lasciato al caso.
Il mio stile preferito, di chi cerca di raccontare la storia attraverso i personaggi e non di rappresentare se stesso o la sua pretesa intellettualità.


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