My rating: 5 of 5 stars
Il capitano della Wehrmacht Martin Bora, attaché presso presso l'ambasciata tedesca a Mosca per conto dell'Abwehr alla vigilia della rottura del patto Molotv-Von Ribbentrop, viene all'improvviso spedito a Creta con il poco patriottico compito di rimediare due casse di vino pregiato per il viziato vice-presidente dell'URSS Lavrentij Pavlovic Berija.
Nel clima infido delle due settimane precedenti l'attacco di Hitler, si capisce solo che non c'è scelta e così Bora parte con ogni mezzo a disposizione.
Ma, appena arrivato sull'isola, il suo collega, il maggiore Busch, gli appioppa lo scottante caso di un ricco archeologo svizzero massacrato insieme alla sua servitù nella sua villa, secondo le accuse, da un manipolo di paracadutisti della Luftawaffe; scottante perché Himmler in persona è direttamente interessato a conoscere cosa è successo.
Desideroso di tornare a casa, cioè a Mosca, il prima possibile, Bora si darà da fare tra tranelli evidenti e altri meglio mascherati, riuscirà a risolvere l'arcano e perfino a portare il vino in tempo per il party all'ambasciata, quando tutto sta crollando.
Ma pagherà un prezzo inatteso.
Non è una storia che sono abituato a leggere, nel senso che l'ho trovata un po' lenta e troppo narrata per i miei gusti. Ma è questione di gusti perché la trama è ben articolata e minuziosamente costruita, direi con vocazione archeologica e mitologica visti i continui riferimenti ai reperti delle antiche civiltà minoiche e a Ulisse.
I personaggi sono costruiti in maniera perfetta a partire da Bora, ufficiale di nobili discendenze per questo inviso al nazismo e per questo capace di attirare la collaborazione anche dei suoi nemici o alleati forzati, per non parlare dei suoi commilitoni devoti all'ideologia. Anche le simpatie del lettore sono attratte da questo nazista anomalo e coscienzioso, le cui motivazioni sono così ben spiegate non solo nei parallelismi con l'itinerante Ulisse.
Anche l'assassino è infine spiegato fino in fondo, e anche qui la motivazione è più plausibile.
L'ambientazione è del pari accurata in ogni particolare, sia che si parli di resti archeologici che di vino come di armi e di aerei.
E l'astuzia sovietica, capace di sopravvivere a se stessa, è dipinta così come è entrata nella leggenda: pragmatica, spietata e pressoché imbattibile.
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