My rating: 4 of 5 stars
Sarah, ebrea bostoniana e progressista, va in Israele alla ricerca delle proprie radici grazie a un programma di propaganda di un'associazione internazionale.
Si troverà a contatto con ogni realtà della quale si era trovato a discutere in teoria dalla sua comoda casa, e condizione, negli Stati Uniti.
La Glidden è molto brava a mantenere il distacco e a trattare la sua ribelle criticità sinistrorsa nei confronti dei suoi correligionari o connazionali, come si vuole chiamarli.
Già, perché questa non è che la prima, e non in ordine di importanza, di tante contraddizioni che incontrerà e sulle quali non saprà mai in fondo se ricredersi, perché Israele è il paese dei contrasti e queste sono le sensazioni che suscita in tutti quelli che si recano a farvi visita, ebrei e non.
Bello il mezzo: ancora una volta mi persuade della potenzialità incredibile della graphic-novel, la cui apparente semplicità è spesso confusa con superficialità. Non è affatto così, specie quando contenuti importanti vengono serviti con efficacia e immediatezza.
Traduzione autorevole di Elena Loewenthal.
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