My rating: 5 of 5 stars
L'acqua prende la forma del recipiente che la contiene, cioè: le ragioni di un omicidio possono essere tante e varie quante la fantasia
ce ne detta.
E quando si parla di Montalbano, per quanto fantasiosi, i moventi sono sempre molto ma molto umani. Cose normali, cose per le quali tutti potremmo divenire potenziali assassini.
E così, l'omicida traveste le sue motivazioni per confondere, appunto, le acque, come ogni assassino deve, e quindi confonde i grandi interessi dell'intreccio malavitoso con le sue comuni pulsioni frustrate.
L'esordio di Montalbano è un classico procedurale preciso come un orologio di un artigiano, in cui il tratto del famoso commissario è già in pratica ben stabilito, non dico frettoloso ma veloce ed essenziale, in un siciliano spiegato ai più (me compreso).
Scompariranno, negli episodi successivi, alcune rozzezze o imperfezioni, con un abile colpo di pialla a renderlo definitivo.
E il nostro si presenta subito coscienzioso, umano, con antipatie e simpatie nei confronti della politica, del mondo intero e direi anche della Polizia e di quel sistema di cui fa parte lui stesso: ecco, è questa l'unica punta di manierismo, ma forse è solo un difetto che un personaggio autentico non può non avere.
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