La quasi vera storia dell'ereditiere Jean Paul Getty III, rapito per il riscatto e privato di un orecchio perché il ricchissimo e parco nonno non cedeva alla volontà dei malavitosi.
Questa storia dà ragione a chi sostiene che il soldi non danno la felicità. Il ragazzo sarà liberato e restituito alla sua infelice e disgraziata vita.
Al di là della drammatica cronaca del sequestro, il film è una delusione e non solo perché da Ridley Scott ti aspetti sempre il massimo. Troppi particolari del sequestro sono lasciati all'immaginazione, mentre si rimane increduli nell'assistere all'umanizzazione di Cinquanta, l'intermediario dei rapitori, al rastrellamento di un intero paese da parte dei criminali (un episodio che forse cita Il Padrino parte II ma che viene riprodotto in maniera inverosimile), per tacere della prima fuga tradita, non si sa vera o d'invenzione.
Ne esce la solita Italia tratteggiata nelle pellicole americane, con italiani grassi e ignoranti nel loro attaccamento al cibo e a tradizioni quasi tribali, il tutto condito da un doppiaggio tanto piatto da sembrare dilettantesco.
Fa eccezione un Chritopher Plummer, ottimo nel rendere al pubblico l'anziano miliardario, un uomo famoso per la sua riservatezza e di cui poco più all'epoca si conosceva oltre gli sbalorditivi numeri della sua immensa ricchezza, con un'interpretazione resa probabilmente più spontanea dalla necessità di girare tutte le scene in pochissimi giorni, in sostituzione di Kevin Spacey, travolto dallo scandalo sessuale. Bella e accurata la scenografia.
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