Robert Stroud (Burt Lancaster) è condannato a nove anni di prigione per l'omicidio di un uomo che aveva picchiato una prostituta. Silenzioso, orogoglioso e coerente, non cerca alcun compiacimento verso le autorità carcerarie e quando un secondino, con eccessiva rigidità e un pizzico di cattiveria, gli nega la visita della madre, alla quale lui teneva oltremodo, non riesce a controllarsi e lo uccide. Lo condannano a morte ma la madre stessa, con un movimento civile, riesce a fargli permutare la pena
in ergastolo e isolamento. Per il direttore del carcere Harvey Shoemaker (Karl Malden) sarà una questione personale, da quel momento in poi, il non concedergli nulla in più. Lungi dal mostrare pentimento, Stroud inizierà per caso una carriera di ornitologo fino a raggiungere competenza e fama mondiali, ma non otterrà mai nessun beneficio anzi, il direttore riuscirà anche a fargli interrompere i suoi studi. Uomo di sensibilità superiore, si dedicherà a quel punto a uno studio sociologico della funzione penitenziaria negli Stati Uniti, ottenendo ancora plauso e consensi ma totale ostruzionismo dal Governo che lo boicotterà fino alla fine. Il film è basato su una storia vera.
in ergastolo e isolamento. Per il direttore del carcere Harvey Shoemaker (Karl Malden) sarà una questione personale, da quel momento in poi, il non concedergli nulla in più. Lungi dal mostrare pentimento, Stroud inizierà per caso una carriera di ornitologo fino a raggiungere competenza e fama mondiali, ma non otterrà mai nessun beneficio anzi, il direttore riuscirà anche a fargli interrompere i suoi studi. Uomo di sensibilità superiore, si dedicherà a quel punto a uno studio sociologico della funzione penitenziaria negli Stati Uniti, ottenendo ancora plauso e consensi ma totale ostruzionismo dal Governo che lo boicotterà fino alla fine. Il film è basato su una storia vera.
Burt Lancaster regala un'interpretazione eccellente dell'ergastolano Stroud. Con una recitazione priva di artificiosità, nella prima parte del film crea empatia con la triste vicenda dell'uomo condannato tutto sommato giustamente, pur con le riserve dovute al fatto di essere intervenuto in difesa di una parte debole e anche se i particolari dell'episodio non sono mai rivelati. Quando egli si dimostra di coscienza cristallina, si guadagna il rispetto delle guardie che non riescono più a piegarlo alle loro regole, alle quali lui sembra estraneo nonostante si sia disciplinatamente sottomesso. Senza nessuna protesta neanche a palesi soverchierie, le cose fanno sì che grazie alla sua capacità e ai suoi studi lui ottenga in condizioni proibitive una libertà imprevedibile e incontrollabile, che è poi la libertà di pensiero stessa.
Questo è più evidente nella seconda parte quando, tutt'altro che annichilito dal trasferimento al carcere duro di Alcatraz e alla sottrazione improvvisa di tutto il suo laboratorio, si impegnerà, di nuovo riuscendo, nello studio del sistema rieducativo rivelandone tutte le fallacità e incongruenze in un'opera a lungo osteggiata ma della quale non riusciranno a impedire la divulgazione.
Come in una partita a poker, i rialzi continui del potere costituito, ben rappresentato dal direttore, lo spingono a sua volta a rilanciare e scoprire il bluff dei suoi persecutori, paradossalmente risultando infine sempre lui la parte più forte.
È memorabile il monologo finale, quando l'ennesimo tentativo del direttore di ricondurlo alle sue regole, fallisce come tutti i precedenti, anzi mettendo in rilievo la figura retrograda e oscurantista di questi. Un tentativo disperato, quasi come se la sua riuscita fosse necessaria al direttore stesso per legittimare una vita dedicata a convincimenti profondamente errati.
Stroud morirà in carcere senza ottenere alcun beneficio di legge, all'età di settantatre anni dei quali quarantadue trascorsi in detenzione.
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