I “Pentagon Papers” riassumevano la strategia segreta degli Stati Uniti in Vietnam. Il New York Times li pubblicò per la prima volta nel 1971, quando la guerra stava per finire. Il Washington Post, un quotidiano considerato periferico e un po' snobbato dai colleghi metropolitani, se ne occupò di nuovo
dando grande vigore alla questione di trasparenza democratica, una matrice molto apprezzata dal popolo americano che il giornale conservò e amplificò successivamente con il Watergate.
Steven Spielberg dirige Tom Hanks e Meryl Streep nei panni del direttore del Washington Post Ben Bradlee (Tom Hanks) e dell’editrice Katharine Graham (Maryl Streep), e della loro lotta contro il governo per pubblicare e commentare i documenti riservati. Il Maestro per eccellenza e due attori di calibro assoluto sposano alla perfezione un tema sempre scottante e il risultato non può che essere di livello.
È consueto, almeno negli Stati Uniti, che la stampa si adoperi a rischio dell'incolumità dei protagonisti, perché vige un sistema non solo legislativo in grado di garantire, o sorreggere, chiunque possa o voglia contro il Governo e perfino contro un presidente divenuto metafora di imbrogli come Nixon, un sistema secondo il quale nessuno è superiore alla legge. Bellissima e molto eloquente la locandina.
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